mercoledì 20 giugno 2012

Howard Philips Lovecraft, il creatore di Mondi


di Roberto Mancini

«Se io mi siedo alla scrivania con l’intenzione di scrivere un racconto, è molto probabile che non ci riesca. Ma se scrivo per mettere sulla carta le immagini di un sogno, tutto cambia completamente.»

Howard Philips Lovecraft è senz’altro il più insolito fra gli autori del fantastico. Il suo modo di scrivere, di raccontare una realtà fatta di angoscia, follie e inevitabili catastrofi non deriva solamente da una sfrenata fantasia, di cui egli è senz’altro in possesso, ma è condizionato da una vita che non lo soddisfa e una gioventù caratterizzata dall’ombra della morte che ne segnerà in qualche modo l’esistenza.
Nato nel 1890 a Providence, nel Rhode Island, appartiene, da parte di madre (Susie Phillips), all’agiata borghesia cittadina, mentre suo padre, Winfield Scott Lovecraft, è un viaggiatore di commercio inglese.
HPL vive il suo primo lutto all’età di sei anni a seguito della morte della nonna materna che lascerà in lui i segni di un incubo ricorrente.
Dopo aver sofferto anche la morte del padre, avvenuta nel 1898 per cause derivate dalla sifilide, Lovecraft vive la sua infanzia con la madre che lo terrà attaccato a se in maniera morbosa, tanto da arrivare a fargli credere di essere così brutto da spaventare gli altri bambini per impedirgli di allacciare nuove amicizie.
L’ultimo lutto colpisce l’autore nel 1904, quando a mancare è l’amatissimo nonno materno, Whipple Phillips che, dopo la morte del genitore, aveva sostituito la figura del padre.
Seppur turbato da questi avvenimenti, in giovanissima età Lovecraft ha già sviluppato una sua produzione letteraria: a soli sette anni è autore di racconti, versi e più tardi articoli a carattere scientifico. Molto è dovuto alla ricca e antica biblioteca dei Phillips; in questi anni si appassiona alla mitologia, alle scienze e all’astronomia.
Frequenta in modo incostante le scuole pubbliche, costretto a ritirarsi più volte a causa di numerosi esaurimenti nervosi, tanto da non arrivare mai al conseguimento del diploma di scuola media superiore nonostante l’assistenza di tutori privati. A diciotto anni, disgustato dalla sua produzione, incendia i suoi scritti salvandone soltanto una minima parte; trascorrerà i successivi dieci anni dedicandosi esclusivamente alla poesia e al giornalismo.
Nel 1917, in un momento di forte depressione, decide di arruolarsi nell’esercito, ma l’influenza esercitata dalla madre e la sua condizione cagionevole fanno in modo che sia respinto. Quest’ultimo episodio influenzerà la vena artistica di Lovecraft in maniera definitiva: se non può essere un vincitore di giorno lo sarà di notte lasciando prendere il sopravvento alla sua vena macabra.
Da questo momento la produzione narrativa riprende regolarmente e, nonostante la morte della madre avvenuta per una banale operazione, Lovecraft otterrà alcune soddisfazioni fra cui il matrimonio, seppur breve, con Sonia Haft Greene e un’importante proposta dalla neonata rivista Weird Tales: dopo aver venduto alcuni racconti all’editore J. C. Henneberger, Lovecraft riceve un’offerta di lavoro come direttore. Tuttavia lo scrittore, trasferitosi nel frattempo a New York, rifiuterà dissuaso da un nuovo trasferimento a Chicago.
La produzione letteraria di Lovecraft non costituirà mai la sua principale fonte di reddito; l’unica entrata sicura sarà costituita dai lavori che egli svolge per conto di altri come revisore letterario. Annoiato e seccato dal materiale presentatogli da scrittori e giornalisti che reputata incompetenti, cercherà sempre di più rifugio nei sogni e nella fantasia. Lovecraft è un uomo in grado di costruire ponti fra immaginario e realtà, di dar vita alle favole tanto da convincersi che la stessa New York che abita sia una città magica che nasconde poteri e creature fantastiche dietro ogni angolo.
Nel 1926 torna a Providence, al termine del matrimonio con Sonia costretta a trasferirsi nel Midwest per lavoro. Ed è qui che l’uomo diviene mito, dando il via a quella produzione letteraria che l’ha consegnato alla storia, una realtà in cui gli uomini divengono pedine sulla scacchiera di divinità malvagie e potenti. Nasce il mito di Cthulhu che ruota attorno a divinità di altri mondi, pronte a rivendicare la loro proprietà sul nostro pianeta e quanti lo abitano. Crea un pantheon leggendario costituito da creature invincibili e terribili orrori come Azathoth, Yog-Sothoth, Shub-Niggurath e lo stesso Cthulhu.
Lovecraft dedicherà il resto della sua vita a scrivere racconti appartenenti a questo ciclo, dettagliando ed espandendo l’universo favoloso creato nel ’26 ma già accennato nel 1917 con Dagon. Le sue opere non gli hanno mai reso la meritata fama in vita, mancanza alla quale sopperirà la Arkham House nata dall’idea dei suoi corrispondenti e amici August Derleth e Donald Wandrei.
Malato di cancro, lo nasconde agli amici per non deprimerli; morirà da solo il 15 marzo del 1937 presso il Jane Brown Memorial Hospital, nella sua Providence. Verrà sepolto nel cimitero di Swan Point, dove fino a qualche anno fa non esisteva alcuna lapide a contrassegnarne la tomba.
Ha provveduto un gruppo di appassionati erigendone una con l’epitaffio “I am Providence”. 

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